Hola carissim*,
domenica 26 aprile 2009 a Roma (ore 10.00 alle terme di Caracalla) e a Milano (ore 11.00 in Piazza Duomo) si svolgerà una manifestazione organizzata dall'Associazione Motociclisti per la Vita sulla sicurezza dei motociclisti con particolare attenzione alla questione dei guard rail.
Nel 2008 la commissione Europea ha emanato nuove direttive sull'omologazione dei guard rail, in sostanza è stato stabilito che entro la fine del 2009 dovranno essere codificate nuovi criteri di omologazione che tengano conto dell'impatto guard rail - corpo umano (attualmente non previsto) e che tali norme dovranno essere operative in tutti i paesi UE entro la fine del 2010.
A una prima lettura si può pensare che manifestare in questo momento non ha senso; se invece si pensa che l'Italia ha il record di norme europee non applicate o applicate con forte ritardo, si capisce di come sia importante fare pressione sulle istituzioni e sull'opinione pubblica a ché tali norme, la cui applicazione vuol dire salvataggio reale di vite umane, siano recepite il prima possibile. E' inoltre importante chiedere che già da oggi si cominci a mettere in sicurezza i guard rail apponendo protezioni sulle parti taglienti sporgenti.
I dettagli li trovate su questa pagina del Forum Ting'Avert, da cui l'Associazione Motociclisti per la Vita è nata per gemmazione.
Gli organizzatori ci tengono a far sapere che:
- un servizio d'ordine avrà il compito di prevenire comportamenti poco "Intelligenti": vi preghiamo di informare chi vorrà partecipare allamanifestazione che è richiesto abbigliamento protettivo, moto a norma CdS (o almeno a norma del buon senso!) e rispetto per CdS, persone e cose;
- durante la manifestazione di Roma copriremo le nostre moto con un telo/lenzuolo bianco per ricordare quelli di noi che non ci sono più e per sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica e e le istuzioni sul problema dei guard-rail non a norma per gli utenti delle due ruote. Vi invitiamo a diffondere questa notizia chiedendo a tutti di portare almeno due teli/lenzuoli bianchi così da prestarli a chi ne dovesse essere sprovvisto e far sì che questa azione simbolica possa avere un grosso impatto "scenico-mediatico".
A domenica
Lampos a tod*s
↓seppe
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Due parole sui motopaciciclifistinonviolenti
Questo blog InMotoperlaPace vuole essere un metaluogo di incontro tra persone che si sentono accomunate dalla passione per le due ruote e da una apirazione alla pace ed alla noviolenza. Il nome scelto riesce a rappresentare i due concetti fondamentali della filosofia di fondo di queste pagine: InMotoperlaPace può essere letto sia come in movimento per la pace che in motocicletta per la pace; ovvero la pace è un obiettivo verso e per il quale muoversi e può esistere un modo di vivere la propria personale passione per le due ruote che sia esso stesso motore attivo di questo muoversi verso e per la pace.
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martedì 21 aprile 2009
martedì 17 febbraio 2009
Guardrail: ancora una tristissima notizia
Da Il Messaggero Veneto del 16 febbraio 2009
Schianto in moto, muore tra le braccia dell'amico
Messaggero Veneto — 16 febbraio 2009
di ALESSANDRA CESCHIA
A cogliere l’ultimo respiro di Roberto Bigotto, morto ieri poco dopo le 14 sulla tangenziale ovest all’altezza di Basaldella in un incidente in moto, è stato Mauro Braida che rientrava con lui dopo una mattinata trascorsa insieme al Motoraduno sul monte Bernadia. Bigotto, 40 anni autotrasportatore di Fogliano, è spirato sull’asfalto mentre stringeva la mano dell’amico. Era in sella alla sua Kawasaki Ninja 900 e si stava dirigendo verso sud quando ha perso il controllo della moto e si è schiantato contro il guardrail dell’arteria stradale. Mauro Braida, compaesano, lo stava seguendo a breve distanza su un’altra moto e lo ha visto morire. «Quando l’ho visto a terra con la gamba staccata, mentre perdeva tantissimo sangue, gli sono corso incontro. Era ancora vivo. L’ho chiamato ripetutamente, gli ho chiesto se mi riconosceva e lui ha sbarrato gli occhi e mi ha stretto la mano». Con il volto rigato dalle lacrime, Braida ha ricostruito confusamente la dinamica dell’incidente, ancora sotto choc, agli agenti della polizia stradale di Palmanova, intervenuti sul posto con tre pattuglie. Lo sguardo fisso sul corpo privo di vita dell’amico, immerso in un lago di sangue; alle sue spalle la traccia della frenata, lunga oltre una cinquantina di metri, lasciata dallo pneumatico sulla carreggiata destra della tangenziale, unica testimonianza dell’estremo tentativo di fermare la corsa della moto prima dell’impatto. E poi, molto oltre, la sagoma verde elettrico della Kawasaki, adagiata di traverso una sessantina di metri a sud. «Eravamo andati sul Bernadia con un altro amico che però ha anticipato il rientro – racconta attonito Mauro Braida – . Siamo ripartiti insieme. E insieme siamo arrivati al semaforo di Basaldella. Quando è scattato il verde mi ha preceduto, dietro a lui c’era un’auto. Non ho potuto osservare bene che cosa sia successo, ma ho capito che qualcosa non andava quando ho visto alzarsi una nuvola di fumo dalla moto e Roberto che cercava di frenare, poi c’è stato l’impatto con il guard rail, io mi sono fermato poco oltre per soccorrerlo: la lamiera gli aveva tranciato una gamba». Immediatamente dopo lo schianto è arrivata sul luogo dell’incidente una dottoressa che si stava recando all’ospedale per prendere servizio. «Ho chiamato subito i soccorsi – ha riferito – ho cercato di intervenire, ma per quell’uomo non c’era più nulla da fare». I soccorsi non hanno tardato a raggiungere la tangenziale – lungo la quale, nel frattempo, i carabinieri della stazione di Basiliano deviavano il traffico sulla corsia di sorpasso – ma sia l’ambulanza, giunta dall’ospedale di Udine una manciata di minuti più tardi, sia l’elicottero del 118, che è atterrato in una piazzola all’imbocco dell’arteria viaria, hanno dovuto constatare che non c’era più nulla da fare e sono rientrate senza pazienti a bordo. Rallentamenti lungo la tangenziale sono proseguiti per un paio d’ore per consentire gli interventi di bonifica della sede stradale, i rilievi delle forze dell’ordine e la rimozione della salma, cui si è provveduto non appena è stato rilasciato il nulla osta da parte del magistrato di turno della Procura di Udine, la dottoressa Viviana Del Tedesco.
Schianto in moto, muore tra le braccia dell'amico
Messaggero Veneto — 16 febbraio 2009
di ALESSANDRA CESCHIA
A cogliere l’ultimo respiro di Roberto Bigotto, morto ieri poco dopo le 14 sulla tangenziale ovest all’altezza di Basaldella in un incidente in moto, è stato Mauro Braida che rientrava con lui dopo una mattinata trascorsa insieme al Motoraduno sul monte Bernadia. Bigotto, 40 anni autotrasportatore di Fogliano, è spirato sull’asfalto mentre stringeva la mano dell’amico. Era in sella alla sua Kawasaki Ninja 900 e si stava dirigendo verso sud quando ha perso il controllo della moto e si è schiantato contro il guardrail dell’arteria stradale. Mauro Braida, compaesano, lo stava seguendo a breve distanza su un’altra moto e lo ha visto morire. «Quando l’ho visto a terra con la gamba staccata, mentre perdeva tantissimo sangue, gli sono corso incontro. Era ancora vivo. L’ho chiamato ripetutamente, gli ho chiesto se mi riconosceva e lui ha sbarrato gli occhi e mi ha stretto la mano». Con il volto rigato dalle lacrime, Braida ha ricostruito confusamente la dinamica dell’incidente, ancora sotto choc, agli agenti della polizia stradale di Palmanova, intervenuti sul posto con tre pattuglie. Lo sguardo fisso sul corpo privo di vita dell’amico, immerso in un lago di sangue; alle sue spalle la traccia della frenata, lunga oltre una cinquantina di metri, lasciata dallo pneumatico sulla carreggiata destra della tangenziale, unica testimonianza dell’estremo tentativo di fermare la corsa della moto prima dell’impatto. E poi, molto oltre, la sagoma verde elettrico della Kawasaki, adagiata di traverso una sessantina di metri a sud. «Eravamo andati sul Bernadia con un altro amico che però ha anticipato il rientro – racconta attonito Mauro Braida – . Siamo ripartiti insieme. E insieme siamo arrivati al semaforo di Basaldella. Quando è scattato il verde mi ha preceduto, dietro a lui c’era un’auto. Non ho potuto osservare bene che cosa sia successo, ma ho capito che qualcosa non andava quando ho visto alzarsi una nuvola di fumo dalla moto e Roberto che cercava di frenare, poi c’è stato l’impatto con il guard rail, io mi sono fermato poco oltre per soccorrerlo: la lamiera gli aveva tranciato una gamba». Immediatamente dopo lo schianto è arrivata sul luogo dell’incidente una dottoressa che si stava recando all’ospedale per prendere servizio. «Ho chiamato subito i soccorsi – ha riferito – ho cercato di intervenire, ma per quell’uomo non c’era più nulla da fare». I soccorsi non hanno tardato a raggiungere la tangenziale – lungo la quale, nel frattempo, i carabinieri della stazione di Basiliano deviavano il traffico sulla corsia di sorpasso – ma sia l’ambulanza, giunta dall’ospedale di Udine una manciata di minuti più tardi, sia l’elicottero del 118, che è atterrato in una piazzola all’imbocco dell’arteria viaria, hanno dovuto constatare che non c’era più nulla da fare e sono rientrate senza pazienti a bordo. Rallentamenti lungo la tangenziale sono proseguiti per un paio d’ore per consentire gli interventi di bonifica della sede stradale, i rilievi delle forze dell’ordine e la rimozione della salma, cui si è provveduto non appena è stato rilasciato il nulla osta da parte del magistrato di turno della Procura di Udine, la dottoressa Viviana Del Tedesco.
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